Ibra al Milan: 3 motivi per dire di sì e 3 obiezioni all’affare
A quanto pare il sogno di rivedere Ibrahimovic al Milan, con le ore che passano diventa sempre meno un sogno. Leggiamo oggi sui giornali il (presunto) sì dello svedese ad un ritorno, condizione imprescindibile affinché si faccia l’affare. La strada verso la firma sarà ancora lunga dato che trattare con il vulcanico Raiola e con il Psg (che non ha di certo bisogno di cedere a tutti i costi) risulterà molto complicato. Tralasciando il giustissimo entusiasmo che il suo nome suscita negli animi di noi tifosi, è comunque necessario analizzare i pro e i contro di questo clamoroso ritorno.
Le ragioni per volere Ibra
– Come appena detto, basta rievocare il nome di Zlatan per riaccendere gli animi di tutti i tifosi rossoneri. Duramente provati dagli ultimi due anni, i peggiori dell’era Berlusconi, è fondamentale una scossa per tornare a sognare. Quale miglior nome sul taccuino se non quello di Ibrahimovic, potrebbe servire a tale scopo? Al di là di qualsiasi discorso tecnico ed economico, la prima mossa del Milan, dopo gli scossoni societari, è proprio quella di riportare gente entusiasta allo stadio.
– L’acquisto di Zlatan potrebbe poi essere un ottimo punto di partenza per rilanciare la squadra. Non scopriamo certo oggi la mediocrità della Serie A in cui sguazza indisturbata la Juventus: un Ibrahimovic anche a 34 anni potrebbe essere ancora decisivo per spostare tali equilibri e lottare almeno per il traguardo Champions.
– Il contraccolpo psicologico all’interno della squadra e dello spogliatoio sarebbe estremamente positivo. Negli ultimi tempi molti hanno accusato il Milan di non avere leader in squadra, campioni ma soprattutto uomini in grado di trascinare gli altri nei momenti di difficoltà. Zlatan sarebbe perfetto per questo compito, il carattere di certo non gli manca…
Le obiezioni all’affare
– Forse saremo un po’ troppo puntigliosi, ma anche un’operazione del genere potrebbe nascondere delle insidie. In primo luogo il fattore economico: le cifre di cui si parla non sono certo irrisorie: per Ibra pronto un triennale da 6,5/7 milioni all’anno più 15 milioni per il Psg. Nonostante la sua integrità fisica e la sua classe, l’età comunque c’è: offrire un triennale ad un 34enne è pur sempre un rischio.
– Il secondo punto, che si collega inevitabilmente al primo, è il discorso della programmazione: uno dei lavori impellenti della dirigenza, oltre a portare a Milanello giocatori dall’elevato tasso tecnico, è quello di svecchiare la rosa e cominciare a programmare a lungo termine, cosa non fatta negli ultimi anni. Inutile girarci intorno: Ibra servirebbe a vincere subito e cozzerebbe con un progetto del genere.
– Infine come tutti sanno, i grandi ritorni al Milan non hanno mai portato fortuna, né alla squadra né al giocatore (o allenatore) in questione. Basta citare Capello, Sacchi, Sheva… Siamo poi sicuri che Ibra riuscirebbe ad inserirsi alla perfezione in una squadra nettamente più debole rispetto a quella che aveva lasciato? Probabilmente essendo un campione la risposta è sì, ma la domanda è comunque lecita…
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