Piedi buoni ma buoni a cosa..?
Numeri, ancora numeri, maledetti numeri. L’attacco del Milan è il settimo miglior attacco del campionato italiano (a pari merito con Fiorentina, Lazio e Sassuolo). I fatti dicono che con Gonzalo Higuain il Milan segnava poco. I motivi, essenzialmente due:
1- il pessimo stato di forma dell’attaccante argentino e il suo scarso dinamismo;
2- la scarsa capacità di assisterlo da parte dei giocatori che più dovevano essere adibiti a questo.
Con Piatek sembrava dovesse essere un’altra storia. Sembrava. Inizialmente tutto bene soprattutto a causa del formidabile impatto avuto dal bomber polacco al suo arrivo a Milano, ma appena l’ex Genoa ha cominciato a non essere più splendidamente autosufficiente, sono riemersi gli atavici problemi della squadra, in fase offensiva –> i giocatori che dovrebbero assistere l’attaccante non riescono, se non sporadicamente (come ha fatto Suso nell’ultima giornata) a fornire assist decenti alla punta.
Ora, chiediamoci: chi sono gli elementi che, più di altri, per caratteristiche tecniche, dovrebbero fornire palloni buoni? La risposta è: Suso, Calhanoglu e Biglia. Quest’ultimo ultimamente sta giocando poco, quindi il problema si riduce essenzialmente ai primi due. Lo spagnolo e il turco sono due pupilli di Gattuso. La loro principale pecca? La continuità. Entrambi hanno convinto solo a sprazzi. Il primo, grazie alle sue sporadiche illuminazioni, in passato segnava anche più spesso di quel che sta facendo in questa stagione. Un discreto girone di andata, con diversi assist decisivi, poi poco altro. Il secondo, l’enigmatico Hakan, ha convinto solo nel girone di ritorno dello scorso campionato, quando seppe dare un grande contributo per la qualificazione in Europa League (capirai, voi direte). I gol, da parte sua, sono sempre stati pochi, un aspetto su cui si potrebbe perfino sorvolare, se almeno fosse in grado di sfornare assist a volontà. Purtroppo non lo è.
Personalmente per questo finale di stagione ripongo le speranze su Paquetà più che su altri. Suso e Calhanoglu non hanno purtroppo quel feroce dinamismo che è alla base di qualsiasi giocatore moderno che abbia compiti creativi. Sono troppo attaccati al terreno, quando dovrebbero ararlo. Vero è che Calhanoglu si fa in quattro anche in fase di copertura, ma se invece guardiamo i chilometri percorsi a partita dal giovane Suso, beh sono praticamente gli stessi di Papu Gomez, più “vecchio” di lui (31 anni) ma più incisivo nella sua squadra, anche relativamente alla produzione creativa. Speranze riposte su Paquetà, dicevo. Cioè su uno che torna dopo un periodo di assenza, causa infortunio. Si potrebbe dedurre che non siamo messi bene . Ma forse mi sto sbagliando e domani anche i suoi compagni me lo dimostreranno.
Aggiornamento del 24 aprile, ore 22,45: Sì, nelle favole.
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