Suso, sei mesi dopo
Partito, non senza sorpresa, Stephan El Shaarawy, il Milan sa bene di non aver ancora finito di tagliare elementi. Nella rosa ce ne sono troppi. Uno di questi è Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, nome da telenovela sudamericana che però si può abbreviare di molto in un semplicissimo Suso. Quattro lettere dolci come un bacio. Arrivato in gennaio con la sciarpa rossonera al collo e un carico pieno di speranze, fu poi risucchiato anche lui nel vortice di mediocrità della gestione Inzaghi. L’ex tecnico rossonero, soprattutto nei primi tempi, non lo faceva giocare mai. Qualche buona partita, qualche spezzone positivo però dopo c’è stato. Mihajlovic ne terrà probabilmente conto, come terrà conto dell’impegno che lo spagnolo ci mette in allenamento. Il tecnico serbo vede bene Suso come trequartista, ma il calciatore spagnolo è molto versatile e può ricoprire con efficacia anche altri ruoli. Lui si augura di giocare di più in questa prossima stagione, e magari di segnare qualche gol, capacità che è nelle sue corde, come dimostrò l’amichevole con la Reggiana, qualche mese fa. Anche l’età è dalla sua parte. Le possibilità di trovare spazio nel 4-3-1-2 di Mihajlovic sembrano esserci. Servirà anche un pò di fortuna, affinchè Suso riesca a lasciare davvero il segno nel campionato italiano. Ma prima servirà soprattutto aver la certezza di rimanere, esser sicuro di non esser ceduto appena mezzo anno dopo essere arrivato.
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