Il ritorno di Ancelotti al Milan: ecco tutta la situazione
Una notizia bomba squarcia il monotono e grigio finale di campionato dei rossoneri: Ancelotti tornerà al Milan dopo il divorzio dal Real Madrid. Gli animi si incendiano, c’è già chi sogna un ritorno ai vecchi fasti, chi invece, freddo e distaccato, immagina che Milan può essere con il tecnico di Reggiolo ma senza i campioni di un tempo. Sarà lui quindi a guidare il rilancio dopo due annate a dir poco disastrose? Ancora non si può dire con sicurezza ma il sogno rossonero ogni ora che passa diviene sempre meno sogno e sempre più realtà.
Noi di certo non siamo abituati a lasciarci andare a fantasie sfrenate, al massimo possiamo riflettere con pacato entusiasmo su cosa di positivo possa accadere. Ecco perché arrivata al nostro orecchio tale incredibile notizia la prima riflessione fatta è: come mai la dirigenza si risveglia solo ora, dopo una decadenza evitabilissima e all’indomani di una possibile cessione societaria, ancora non conclusasi, ma comunque nell’aria? C’è qualcosa quindi che non quadra, e non da ora…
Stando alla Gazzetta, Berlusconi stesso ha contattato Ancelotti per un contratto triennale accompagnato da un budget milionario per il mercato. Carletto non vuole e non può sbilanciarsi dato il suo legame ancora non scisso con il Real Madrid, ma tutto fa pensare che la cosa possa andare a buon fine. Florentino Perez dovrebbe infatti risolvere una volta per tutte il contratto del mister con una buonuscita pari a metà del suo stipendio (circa 3,5 milioni quindi). In Spagna intanto è già presente Bronzetti, intermediario del Milan, per tastare il terreno e possibilmente concludere l’affare.
Dietro tale mossa deve celarsi per forza qualcosa: o il Milan (o parte di esso) è stato già ceduto, presumibilmente, alla cordata cinese e ancora non è stato ufficializzato al pubblico, o Berlusconi ha deciso di fare un ulteriore, enorme, sforzo economico per rilanciare la sua squadra. Noi sinceramente propendiamo per la prima ipotesi, dati gli enormi debiti accumulati in passato con le banche, il tentativo disperato fatto in questi anni di non dipendere più da Fininvest e la tanto sbandierata impossibilità della famiglia Berlusconi di garantire un futuro vincente alla squadra.
Certo è che non si va in una gioielleria di lusso se non si ha abbastanza denaro: già il tentativo di riportare alla base Carletto, il numero uno degli allenatori, deve far presupporre la disponibilità di ampi capitali per il mercato. Il rimpianto e la rabbia a questo punto sono legittimi: tutto ciò non poteva essere anticipato di un paio d’anni risparmiandoci campionati davvero orribili?
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