Reggio Emilia come Città del Messico
Ha un nome roboante: vendetta di Montezuma, dal nome del grande imperatore Azteco. La vendetta colpirebbe tutti coloro i quali si avventurano in paesi esotici, in risposta all’affronto che gli europei fecero secoli addietro sottomettendo nel sangue civiltà millenarie. Secondo le cronache dell’epoca la maledizione azteca fu lanciata nella primavera del 1519, contro Hernán Cortés e la sua armata di Conquistadores e sembra che abbia avuto successo perché molti soldati si ammalarono di…. vabbè, furono costretti ad andare al bagno molto spesso. Maledizione a parte, la vendetta di Montezuma è conosciuta anche come quel fastidioso “inconveniente” che colpisce in estate i molti che scelgono come meta turistica i paesi tropicali per fare scorta di sole e di luce. Ma qui per il caldo i cibi vanno facilmente in avaria, specie nei paesi ove i mezzi di conservazione sono ancora approssimativi. Ecco perché molti vengono colpiti dalla “vendetta di Montezuma” (2-3 episodi al giorno), accompagnata di solito da crampi addominali, eruttazione, meteorismo e, talvolta, da nausea e vomito. Si manifesta di solito all’inizio del viaggio e si risolve nell’arco di 3-5 giorni. Magari fosse così, per il Milan.
La maledizione di Montezuma si palesa, ormai con ricorrenza annuale sotto le sembianze del Mapei Stadium, dove per il terzo anno consecutivo il Sassuolo ci batte. Anche ieri, dopo circa 30’ durante i quali il gol sembrava dovesse arrivare da un momento all’altro, con il bravo Consigli sino a quel momento migliore dei suoi, ecco l’episodio che fa girare le sorti dell’incontro sottoforma di un calcio d’angolo sul quale nessuno guarda dove dovrebbe guardare e cioè sull’accorrente Duncan. Da lì in poi, la squadra ripiomba nei difetti del passato, non riuscendo a rendersi pericolosa nemmeno in superiorità numerica.
Ad onor di cronaca, bisogna rubricare il grave errore del collaboratore di linea che, sul secondo gol dei locali, non si capisce come faccia a non vedere un evidente fallo di Biondini su Bertolacci. Mastro Sinisa scopre la rosa ridotta al minimo sindacale. L’assenza di Niang si rivela grave perché né Balotelli né Menez hanno la condizione, fisica (ma anche mentale….), per fare da partner a Bacca. Mancano inoltre le accelerazioni del giovane francese ed il pressing che lui normalmente fa sul portatore di palla.
In mezzo al campo inoltre si accusa la mancanza di Montolivo, criticatissimo quando gioca, rimpianto quando manca, l’unico a poter dare ordine alla manovra. Manca anche Abate e, guarda caso, ne risente anche la prestazione di Honda. Il rendimento di Bonaventura è in flessione, inevitabilmente. Donnarumma para il parabile, tengono botta Antonelli ed Alex, mentre Zapata ripropone le sue amnesie in fase di impostazione.
Così, il Sassuolo, già di per sé bravo, efficace, veloce e motivatissimo, dopo i già citati 30’ prende in mano le redini della partita e non le molla più.
I punti dal 3° posto (dove peraltro ora siede la rinata Roma del pelato Spalletti, mica una squadra qualsiasi) sono tornati di nuovo 9. Più realistica è la speranza di scalare uno o due posizioni, non di più.
Sembra presto, ma il pensiero e il cuore vanno già al 21 maggio, Stadio Olimpico.
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