Grinta da vendere: Rino Gattuso
La sua carica, la sua grinta, la voglia di giocare sempre al massimo sono le caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto. Gennaro Gattuso, lo storico numero 8 rossonero, soprannominato Ringhio proprio per l’immensa grinta e l’aggressività che mostrava in campo. Grande personalità, carisma, forza fisica e resistenza atletica, Gattuso era un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio rossonero. Abile nel ricoprire sia il ruolo di interno destro che quello di mediano, bravissimo nel contrastare gli avversari e recuperare la palla. Arriva al Milan nell’estate del 1999, conquista facilmente il posto da titolare. Esordisce con la maglia rossonera a 21 anni, il 15 settembre 1999 nella partita di Champions League contro il Chelsea, finita 0-0. Il suo carattere aggressivo emerge già nel primo anno, quando, lo ricordiamo tutti, affronta a muso duro l’interista Ronaldo durante il derby di Milano. In Rossonero vince il titolo di campione d’Europa nel 2003 e nel 2007, giocando in totale tre finali. Nel 2007 vince anche la Coppa del Mondo per club. Con il Milan intasca ancora due campionati, nel 2004 e nel 2011. Dunque, una carriera da protagonista, terminata nel club milanese nel 2012, dopo 13 anni e 468 presenze.
Dopo l’esperienza al Sion, Gattuso decide di appendere le scarpette al chiodo, dedicandosi alla carriera da allenatore, dove ha vissuto situazioni difficili, basti pensare al Pisa e… a come ha trovato il Milan. Proprio riguardo la difficile situazione dei rossoneri negli ultimi anni, Ringhio dichiarò: ‘Ci può stare che il club stia facendo fatica. Io non dimenticherei cosa la famiglia Berlusconi e il dottor Galliani hanno rappresentato nel mondo per 25 anni. È un momento sicuramente negativo, bisogna ritrovare un’identità che deve essere data anche dai giocatori. Per me la società ha delle responsabilità, ma anche i giocatori che rappresentano la squadra ne hanno. I giocatori son forti, la società non ha comprato gente scappata di casa, sono giocatori che hanno una storia’. E poi, ricordando i suoi anni al Milan: ‘Ho avuto la fortuna di fare 13 anni con loro, sono stato onorato di far parte di quella squadra. Io per tutto il tempo ho fatto un altro sport: quella società è una macchina perfetta a livello organizzativo, ci sono sempre grandi giocatori ma penso che il segreto sia il club, come fa stare stare i propri atleti: dovevamo pensare solo a giocare’.
Un esempio di grinta e personalità, di un grande centrocampista con tanta voglia di giocare, lottare e di vincere, sempre. Proprio ciò che è mancato al Milan degli ultimi anni.. E proprio ciò che si sta rivedendo con lui in panchina!
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