Il Milan e il Fair Play Uefa: ecco cosa è accaduto a Nyon
Il Milan si appresta a chiudere l’ennesima annata nell’anonimato, con una finale di Coppa Italia da giocare (ma dall’altra parte c’è la Juve…) e un sesto posto da difendere con le unghie e con i denti. Solo centrare almeno uno di questi due obiettivi può garantire ai rossoneri il ritorno in Europa il prossimo anno (ovviamente parliamo di Europa League, per la Champions tocca aspettare ancora un bel po’).
Tornare in Europa significa però tornare sotto la lente di ingrandimento dell’Uefa per quanto riguarda i conti del club, in ottica fair play finanziario. I conti del Milan al momento sono tutt’altro che floridi: la mancanza di possibilità di giocare in Europa negli ultimi due anni ha influito in modo pesantissimo sui bilanci, ed ecco perché il club ha cominciato a trattare in anticipo con l’organismo di controllo dell’Uefa per evitare future probabilissime sanzioni.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport lunedi dunque Barbara Berlusconi, accompagnata dal direttore organizzativo Gandini è volata a Nyon per esporre nei dettagli il piano di sostenibilità finanziaria messo a punto dalla dirigenza rossonera. Il Milan ha così chiesto il “voluntary agreement”, cioè una richiesta preventiva di rientro nei parametri Uefa a certe condizioni e in determinato periodo di tempo. In caso però tale accordo non venga rispettato, il Milan finirà sotto processo e senza possibilità di patteggiare. Le parti si aggiorneranno tra un mese, con la Uefa che si pronuncerà ufficialmente a maggio.
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