Tempi Rossoneri

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I paradossi italiani del calcio

DiMirko

Mag 8, 2014
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2828114-petardiGuardando le immagini che scorrono veloci e inflazionate in questi giorni non possiamo far altro che renderci mestamente conto di che situazione ridicola vivono gli stadi e il calcio italiano.

E’ ridicolo il fatto che non si perda tempo a chiudere curve e settori dello stadio per qualche sfottò… “da stadio”. Ah, già. Scusateci. Allo stadio tocca stare in silenzio mentre si lanciano petardi e bombe di qualsiasi tipo (quelli sì che sono tranquillamente consentiti).

E’ ridicolo il fatto che in questa stessa stagione la Curva Sud rossonera è stata trattata come un ammasso di pericolosi avanzi di galera, a cui non è stato permesso di introdurre e quindi produrre coreografie in vista del Derby d’andata. La Curva Nord interista per solidarietà ha deciso di non esporre anch’essa alcuna coreografia. Quindi un bel grazie alla Questura, un bel grazie alla Lega Calcio e a chi permette cose del genere. Ah, già. Scusateci. Allo stadio non è possibile fare coreografie o esporre striscioni, altrimenti si è passibili di ergastolo o nel peggiore dei casi anche iniezione letale o sedia elettrica. Tutto ciò mentre nelle zone circostanti gli impianti sportivi è possibile scatenare risse o sparatorie (i morti ormai non si contano più) senza che a nessuno freghi nulla.

E’ ridicolo che non sia stato permesso in occasione di un Inter-Atalanta a due bambini di entrare allo stadio solo perché non in possesso di tessera del tifoso. Chi spiega a quei due bambini perché non hanno potuto incitare i loro beniamini? Chi spiega a quei due bambini perché loro sono fuori a piangere, mentre misteriosi avanzi di galera, delinquenti con tremila Daspo sulle spalle ogni domenica tranquillamente entrano negli stadi?

Grazie quindi a tutte le istituzioni, grazie agli Abete e ai Malagò di turno che ogni tanto compaiono in TV per riempirci di banalità e per scaricare le responsabilità su altri. Siete voi i primi a meritare un bel Daspo a vita!    

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4 commenti su “I paradossi italiani del calcio”
  1. Sante parole, ma credo che spesso non siano solo le istituzioni ad avere colpe, spesso certi personaggi sono coperti dalle società, e senza fare nomi e cognomi qualche delinquente è stato ospite anche di qualche panchina. Le società che davvero non trattano con queste teste folli sono poche. Vedi un Lotito minacciato di morte ogni giorno perchè non permette i faccia a faccia tra ultrà e tifosi. il problema è il daspo chi viene colto da questa punizione finita la “squalifica” torna in campo, ma che scherziamo? vendere biglietti ai pregiudicati e poi io se ho una bottiglietta d’acqua devo cederla allo steward di turno quando poi all’interno girano borghetti etc etc… io una proposta l’avrei …

    1. Purtroppo non basta qualche riga per analizzare bene la situazione e capire i colpevoli. Il problema è sociale e culturale più che calcistico…

  2. Ma non la butterei sul sociale quanto più sul culturale… sai benissimo che mi occupo di un’altro sport, dove queste cose non esistono neanche nella mente del più becero psicopatico mentecatto. come non esistono in altri sport. diciamo che il calcio oggi è vista, dai mentecatti di cui sopra, come la piazza degli anni 70; almeno negli anni 70 sfasciare qualche testa serviva a qualcosa. una sorta di valvola di sfogo dell’ignoranza più profonda.

  3. in sintesi… non è sociale, fanno parte della società anche i rugbisti che siedono allo stadio tutti vicini indipendentemente dal colore della maglia… e si canta e ci si sfotte ugualmente… è culturale, oggi nel mondo del calcio e nel mondo di quei mentecatti manca la cultura sportiva

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