Giampaolo, l’integralista estremo che gioca a sembrare un pò scemo
Il deforestatore abruzzese
Spulciando un po’ i social, nei giorni scorsi mi è capitato di leggere i commenti di due brasiliani che discutevano di Milan su Twitter. In particolare, parlando di Giampaolo uno diceva: “Ha detto ancora una volta a Paqueta’ di essere meno brasiliano, lo odio sempre di più questo Giampaolo”. L’altro invece, più sinteticamente, profetizzava che il tecnico abruzzese non mangerà il panettone. Così mi è venuto spontaneo pensare, accipicchia, stai a vedere che Boban e Maldini hanno scelto uno più integralista di Bolsonaro.. Uno che taglia gli alberi di Paquetà e Leao preferendo il deserto. Keep calm comunque, non ci allarmiamo più del dovuto. La reazione popolare è sempre abbastanza scontata e prevedibile. Infatti alla prima difficoltà già si è messo a circolare l’hashtag #GiampaoloOut. E meno male che poi il Milan è riuscito a sconfiggere il Brescia. Ma insomma, un pò di fiducia gliela vogliamo dare a questo esperto conducente di catamarano? Certo che no, ma almeno aspettiamo il mese dei morti. Lo stesso mese che ha visto cadere Montella dalla panchina rossonera e Ventura da quella della nazionale. Sì, eventualmente novembre è il mese più adatto per questo genere di drammi. Pazientiamo ancora un pò.
L’importanza della comunicazione nell’era della comunicazione fuori controllo
E’ proprio vero che bisogna stare attenti a tutto di questi tempi: se sbagli una parola e sei fortunato, ti fanno il processo mediatico. Se sei sfortunato ti licenziano in tronco. Perciò, Giampaolo, occhio alle imprudenze, pensaci bene prima di dire qualcosa che potrebbe turbare le nostre anime sensibili e magari anche prima di fare la formazione. Se ti rimangi il tuo credo ti tirano le pietre, se fai la stessa formazione di Gattuso partono le bestemmie, se ti ostini a mettere in campo chi piace poco ai tifosi ti dicono che vuoi fare il protagonista, se ti ostini a tenere ancora in gabbia certi giocatori, inevitabilmente scoppierà la rivolta. Se poi il giocatore si chiama Leao (che in portoghese significa Leone) l’indignazione monterà anche da parte degli animalisti e dell’associazione dei difensori del suddetto segno zodiacale.
The situation
Come abbiamo già avuto modo di dire nelle pagelle post partita d’esordio, nelle sue primissime apparizioni la squadra di Giampaolo ha dato la sensazione di essere così tanto impegnata a voler fare le cose per bene da perdere il contatto con la realtà: se non tiri mai in porta puoi gestire la palla quanto vuoi ma questo non ti rende assai, ok? Lo dice anche Commisso. Manca, inoltre, un po’ di fame animalesca, quel desiderio di sfondare la rete avversaria che ti porta in maniera naturale ad aggredire e ad attaccare spazi e avversari. Auspichiamo che i prossimi ingressi in campo di Leao, Rebic and Company possano portare dei miglioramenti sotto questi aspetti.
La maschera di Giampaolo
Marco Giampaolo è un uomo tormentato, come lui stesso ha avuto modo di dire. Ha la faccia del giocatore di poker, probabilmente è uno di quelli che bluffano di brutto. Da una parte filosofeggia senza mai essere troppo preciso nel parlare di qualcosa (ama mantenersi sul vago), dall’altra gli piace sembrare, a volte, meno intelligente di quello che è. Eccessiva autoironia? Può darsi. Oppure il suo aspetto spiritato è semplicemente dovuto all’alcol etilico. Maniaco della tattica e del vino rosso, l’ex tecnico della Sampdoria ha già avuto modo di dire che essere al Milan è per lui un sogno. Dal sogno all’incubo il passo è breve, specialmente a Milano. Che fa rima con Montepulciano. Profondo rosso(nero)?
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